Romeo e Giulietta, dall’odio all’amore

a cura di Lorena Sammartino

Due grandi casate, pari in dignità, da faida antica mosse a nuova guerra, nella bella Verona dov’è posta la nostra scena, tornano a macchiare mani civili con sangue civile. Dei due nemici dai fatali lombi, nasce una coppia d’ infelici amanti, predestinati da sinistra stella a seppellire con la propria fine l’odio dei padri”.

E’ la storia dell’eterno amore di Giulietta e Romeo, sacrificato all’altare dell’odio implacabile di due nobili famiglie, che rivive grazie al musical interpretato dai giovani dell’associazione culturale “Corincanto”, magistralmente diretti dal regista Luca Fantino. Giulietta e Romeo, dall’odio all’amore, liberamente tratto dall’omonima opera di Gerard Presgurvic, arricchito dall’inconfondibile estro musicale di Riccardo Cocciante, dalla sobria scenografia, dai ben rifiniti ed eleganti costumi, rende palpabile lo sfondo della Verona fiabesca dov’è ambientata la tragedia shakespeariana più letta, tradotta ed imitata. La voce talentuosa di Elena Rubino racconta l’ingenuità e la dolcezza di una giovane Giulietta, che si innamora dell’unico figlio dell’acerrimo nemico della sua famiglia, Romeo Montecchi, interpretato da Alberto Muscolino che, con padronanza scenica ed incantevole voce , mostra il giovane ardore di un cuore irreprensibile e fiducioso, che sfida con coraggio l’ineluttabile destino. L’intensa interpretazione di Luca Fantino, con enfasi e profondo coinvolgimento, rappresenta il giocoso e sprezzante Mercuzio che, morendo, canta alla vita, trasfigurata nell’amore agognato e mai vissuto. L’esibizione passionale e verace di Luciano Gusmano, che porta in scena Tebaldo, scanzonato giovane Don Giovanni, segretamente e perdutamente innamorato della donna del suo rivale, Giulietta. Tra le fiamme dell’imperante odio, albergano i nobili sentimenti dell’amore incondizionato e sincero di una nutrice, Rossella Ghirlanda che, con una notevole presenza scenica ed una briosa interpretazione artistica, sa trasmettere l’anelito di felicità che solo una madre può nutrire per la propria figlia; della tenerezza di un padre, interpretato con fierezza da Umberto Fornarotto che, con un’esibizione struggente, ha saputo esprimere la nostalgia di Giulietta bambina, interpretata dalla dolce Rosa Leonforte, ed il presagio dell’imminente dolore; della fraterna amicizia di Benvolio, Stefano Giannaula, che, con convincente e ben riuscita interpretazione, mostra lo strazio di sogni rubati dallo squarcio di una morte inesorabile e di giovani visi sfigurati dalla smorfia del livore; della bontà e mitezza di frate Lorenzo, Federico Fiorenza, confidente spirituale di Romeo che, ignaro strumento nelle mani dell’infausto destino, canta con accorato trasporto il disincanto di una fede che muore con la morte di due cuori senza colpa e senza macchia. L’imponente ed autorevole esibizione di Emanuele Ciaramidaro, porta in scena il Principe di Verona che, con indiscussa fermezza e superiorità, accresce l’impotenza di giovani vite, mimi di crimini altrui, e sottomette la sventura alla pazienza. La penetrante e soave voce di Tania Mancuso (madonna Capuleti) si unisce a quella profonda e nera di Nicolle Rubino ( madonna Montecchi), le loro diversità vocali si amalgamano in un’intesa artistica, che sembra descrivere l’abisso che separa le due famiglie ed al contempo l’irresistibile attrazione da cui nasce l’amore e la morte. Il poeta, Andrea Favazza, interpreta con eleganza e suggestiva voce il mendace affabulatore del misterioso amore, che nasconde il dolore per non uccidere la poesia. La morte è interpretata dalla conturbante ed ammaliante Rossella Amoroso, che si aggira tra i meandri della storia e del tempo, presenza inquietante di ogni scena, mostrando l’impellenza della sua ora, rende caduco ogni attimo di felicità. Il conte Paride, spasimante e promesso sposo di Giulietta, è ben interpretato da Giuseppe Fornarotto. Il padre di Romeo, il conte Montecchi, è portato in scena dalla robusta e piacevole voce di Giuseppe Leonforte. I Capuleti sono rappresentati da Patrizia D’Assoro e Pina Roccella, che compongono il coro e da Matteo Castrogiovanni, Marco Muscolino, Filippo Palazzo e Antonino Roccella. Il coro dei Montecchi è costituito da Liliana D’Assoro, Giada Vaccalluzzo e Stefania Vanadia. Gli interpreti Angelo Di Manno, Salvatore Marrano, Salvatore Rinaldi, Samuele Vicario compongono la famiglia Montecchi. Il versatile e musicale corpo di ballo è composto dalle ballerine Aurora Algozino, Grazia Altavilla, Venusia Chiara, Mariaelena Di Clemente, Marilina Fornarotto, Carmen Leonardi, Giusy Leonardi, Federica Muratore, Jessica Salanitro e Deborah Scaminaci. Le coreografie sono state curate da Gaetano Celso. La suggeritrice è Lorena Sammartino; l’assistente tecnico Irene La Bianca; la direttrice di scena Cristina Cocorullo; l’acconciatrice Maria Gallina; l' assistente di scena è Francesca Campagna. I costumi, che, con i loro diversi colori, mostrano con immediatezza ed efficacia la distanza e le contese delle famiglie dei Capuleti, vestiti di rosso, e dei Montecchi, vestiti di blu, sono stati ideati da Luca Fantino e realizzati dalle sarte Rita Auteri, Maria Grazia Contino e Maria Azzolina.