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Storici
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La prima Chiesa, a servizio della popolazione di Nissoria,
sorse in contrada Torre dove, all’epoca della dominazione bizantina,
è documentata l’esistenza di un agglomerato urbano che ospitava
gente di probabile origine greca. La Chiesa consisteva in un
semplice oratorio costituito da una cappella a croce commissa
con orientamento nord sud.
La costruzione dell’edificio odierno avvenne contestualmente alla
fondazione dell’abitato attuale, nella metà del XVIII secolo, per
volontà della famiglia Moncada -Ventimiglia, alla quale il feudo di
Nissoria apparteneva dal 1687.
Le caratteristiche climatiche e soprattutto, la naturale posizione
strategica di questo territorio, lo rendevano appetibile ed idoneo
alla fondazione di un nuovo insediamento; Nissoria è una delle
“città nuove” fondate dall’aristocrazia feudale, la quale, nel corso
dei secoli XVII e XVIII, promosse un processo di “colonizzazione
interna” dell’isola che ebbe i caratteri di una vera e propria
pianificazione territoriale.
Alla politica portata avanti dalla principessa Ruffo Moncada, quale
procuratrice del marito Don Francesco Rodrigo Moncada, si deve la
fondazione, nell’anno 1746, della chiesa ad unica navata dedicata a
San Gregorio Armeno, antico patrono della cittadina, del quale si
conserva tuttora un quadro.
Nissoria, nella metà del XVIII secolo, conosce una nuova fioritura,
essa più che da una fondazione ex novo sembra sia interessata
da un incremento demografico ed edilizio, in risposta ai nuovi
equilibri politici sociali creatisi in seguito al matrimonio fra
Giovanna Ventimiglia e Luigi Guglielmo Moncada, appartenente ad una
delle famiglie più potenti della Sicilia.
La Chiesa, sorta per sopperire alle esigenze spirituali del piccolo
borgo, fu costruita seguendo una prassi consolidata, secondo la
quale alle famiglie nobiliari spettava il compito di dotare delle
infrastrutture principali i nuovi centri di loro fondazione.
La chiesa fu all’inizio una semplice cappellania amministrata
mediante una dotazione da parte dei Moncada. L’elevazione a
Parrocchia fu disposta nel 1756 dal Vescovo di Catania Mons. Pietro
Galletti e confermata dal suo successore Mons. Ventimiglia.
In quello stesso anno, la principessa Moncada, quale procuratrice
del marito, assegnava alla erigenda parrocchia una rendita annua di
onze 40 in censi enfiteutici riservandosi, in contropartita, il
cosiddetto “ius patronatus”, il cui più importante
privilegio consisteva nella designazione del nominativo del parroco.
A partire dal 1834 la Chiesa, grazie ad un atto da parte di casa
Moncada, disporrà, per oltre un secolo, di un’annua rendita
enfiteutica; la Chiesa di San Gregorio Armeno non è più, dunque, una
semplice cappellania di patronato feudale.
Il privilegio dello “ius patronatus” viene trasferito al
Comune che lo eserciterà per oltre un secolo, fino al 1955, causando
momenti di grande tensione con i vari Parroci via via succedutisi e
successivamente, persino con la Curia Vescovile di Nicosia.
Dal 1816 Nissoria e la sua chiesa passano dalla giurisdizione del
Vescovo di Catania a quella del Vescovo di Piazza Armerina;
nell’ambito di tale diocesi la cittadina rimane fino al 1854,
nonostante venisse assegnata nel 1844 alla neoistituita Diocesi di
Nicosia.
Nell’Aprile del 1855, la diffusione del culto verso San
Giuseppe, diffusosi nel piccolo centro già nella prima metà
dell’800, viene legittimato ufficialmente grazie al Decreto
Vescovile di erezione del Patriarca San Giuseppe a Patrono della
Chiesa, al posto dell’antico patrono San Gregorio.
La Chiesa, al momento della fondazione, è un edificio modesto, sorto
in fretta e con scarsità di mezzi. Solo con i successivi lavori di
ampliamento, nella metà dell’800, avrebbe raggiunto l’aspetto e le
dimensioni attuali. L’edificio costruito evidentemente con materiale
precario, risulta pericolante già cinquant’anni dopo dalla sua
fondazione; la situazione peggiora ulteriormente negli anni 30,
periodo di grandi difficoltà economiche per la chiesa che necessita
di continue riparazioni delle sue fabbriche .
Nel 1843 furono eseguiti alcuni lavori
urgenti di riparazione che ingrandirono tra l’altro il fabbricato
con l’aggiunta delle due navate laterali. Da alcuni documenti
d’archivio sappiamo che tali lavori, tra l’altro non ultimati,
furono eseguiti in economia e senza l’ausilio di maestranze
qualificate; infatti la situazione edilizia rimase molto precaria
Il prospetto ed il campanile vennero successivamente realizzati con
il concorso finanziario del Governo, del Comune e dei fedeli ed
ultimata (probabilmente) nel 1878.
Nel 1891 vennero finalmente costruiti la scalinata ed il piazzale
antistante la chiesa.
Eccetto gli interventi di ordinaria manutenzione, non si ha alcuna
notizia di lavori significativi sino al 1910, anno in cui venne
ultimata la pavimentazione della navata centrale.
Nel 1939 vennero realizzati dei lavori nella sagrestia che le
diedero l’aspetto attuale, e precisamente la volta del corridoio, la
cameretta e le 6 grandi vetrate.