Fede e Martirio


Lo scorso 29 Marzo, la nostra Comunità missionari Nissoria di Nissoria ha celebrato la veglia di adorazione in occasione della ventesima giornata dedicata dal MGM nazionale alla memoria dei missionari che ogni hanno versano il loro sangue nelle varie parti del mondo, testimoniando fino alle estreme conseguenze, la propria fede e appartenenza totale a Cristo. E' stato un momento intenso di comunione fra i presenti, Cristo-Eucarestia e i martiri missionari sia di quest'anno che degli anni precedenti.

La celebrazione, ricca di segni, ha toccato il momento più forte durante la lettura di brani tratti dagli scritti o dai testamenti spirituali di alcuni di questi nostri testimoni autentici dell'amore di Gesù; in ognuno di essi il tema principale è l'amore, la dedizione totale agli altri specie ai più poveri, ai più bisognosi, ai perseguitati, agli emarginati senza guardare alle religioni di appartenenza o alle etnie di provenienza ma semplicemente vedendo in ognuno di essi il volto di Cristo sofferente, e poi la loro capacità di perdonare e di pregare per i loro persecutori ed assassini.

Il gruppo missionario parrocchiale ha sposato, sin dal primo anno, l'iniziativa del MGM di commemorare ogni 24 Marzo, giorno dell'assassinio brutale di Oscar Romero, Vescovo di San Salvador, ucciso mentre elevava il calice del vino durante la celebrazione della messa, perché ha ritenuto che il soffermarsi per un momento sul fatto che ogni anno ci siano cristiani che muoiono consapevolmente per la loro fede, possa essere da sprone per ognuno di noi, per rinvigorire la nostra tiepida fede ormai assopitasi dietro mode e tradizioni sterili e di nessun impatto sulla conversione delle nostre comunità, delle nostre famiglie e, quel che è peggio, dei nostri giovani.

"I cristiani devono imparare ad offrire segni di speranza, coltivando i grandi ideali che trasformano la storia", questo pensiero del nostro Papa ci conferma nel pensare che non ci sia "apprendistato" migliore, per imparare, se non andare alla scuola di questi nostri fratelli martiri i quali hanno imparato, a loro volta, dal grande Modello, Cristo Signore, il significato di una sequela matura e consapevole.

Il nostro parroco, Don Giuseppe La Giusa, nel suo intervento durante la celebrazione, ha ricordato un missionario salesiano di Agira il quale è morto in Sudamerica per un incidente, sembra provocato volontariamente da gente che non vedeva di buon occhio il suo interessamento e la sua difesa dei diritti degli abitanti della Favelas dove viveva e operava, e parlando della madre di questo missionario raccontava di come questa donna, anche lei di grande fede, riuscisse ad offrire al Signore il suo dolore e le sue preghiere perché la morte del figlio potesse essere benedizione per quei popoli, compresi i suoi nemici.

L'amore di Cristo è contagioso e chi riesce a farlo proprio è capace di donarlo a tutti indistintamente, insieme al perdono e alla testimonianza autentica, così come, ogni anno, ci insegnano i martiri missionari.

di Filippo Dottore